AC di Pavia e Società negli ultimi 50 anni

di Francesco Frigerio


Nell’incontro tenuto in Cattedrale venerdì 4 maggio, Giovanni Bachelet ha ben spiegato come l’Azione Cattolica, 50 anni fa, abbia scelto consapevolmente di abbandonare una rendita di posizione per meglio servire il fine apostolico della Chiesa del dopo concilio.

Associazioni e movimenti nati in questo contesto, hanno proposto stili e modalità di vivere la Fede inizialmente percepiti come innovativi; in altri casi modalità nate da intuizioni dell’Azione Cattolica sono diventate di tutta la Chiesa.

Si pensi per esempio al termine “Grest”, che ormai è entrato anche nel linguaggio laico: esso deriva da “Gruppo Estivo”, come definito dalla metodologia dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR).

Effettivamente, da 50 anni, l’Azione Cattolica, perde costantemente iscritti, una tendenza che coinvolge peraltro molte altre associazioni non solo cattoliche.

Laici formati in Azione Cattolica hanno continuato nondimeno a servire la Chiesa e il Paese, come le figure di Bachelet e Bindi esemplificano a livello nazionale, senza cercare ritorni di visibilità per l’associazione ma, in attuazione del Concilio, portando all’interno della Chiesa “le gioie e le speranze” degli uomini del nostro tempo.

Questa cessione di terreno ha fatto sì, per esempio, che l’Azione Cattolica di oggi della Diocesi di Pavia abbia avuto la lieta sorpresa di questi incontri con personaggi importanti della storia associativa, senza averli organizzati.

Ugualmente siamo contenti che gli eventi sociali ed ecclesiali di 50 anni fa siano ricordati da un punto di vista equilibrato, evitando il reducismo di chi li ritiene anni “formidabili” senza considerare gli errori che pure ne sono derivati, ma anche senza rimpiangere una cristianità tradizionale, spesso solo presunta, che la Chiesa stessa ha inteso superare proprio con il Concilio Vaticano II.

Ci sentiamo impegnati a sostenere Papa Francesco nel suo rilancio del rinnovamento conciliare non solo per fedeltà alla Cattedra di Pietro, ma perché questa è la Chiesa che ci fa sentire davvero Popolo di Dio in cammino.

Siamo quindi lieti di rassicurare che l’AC oggi nella nostra diocesi esiste ancora e anche la tendenza numerica alla riduzione è, insieme a poche altre diocesi della Lombardia, negli ultimi due anni invertita.

Questo risultato, se di risultato si tratta, è frutto di quanto ha seminato chi era nelle posizioni di responsabilità prima di noi, compresi i Vescovi e i Sacerdoti ai quali, da sempre, con le nostre poche capacità, cerchiamo di stare vicini.

Siamo pienamente consapevoli dell’importanza della storia per capire l’oggi, ma anche guardando alla cronaca di questi giorni, ci sembra che un laicato capace di mettere in dialogo le esigenze di Verità sull’Uomo e sul creato insite nell’annuncio del Vangelo con le domande del mondo sia più che mai richiesto.

La separazione del grano dalla zizzania, pare non competere a noi, pertanto, anche le verità che sembrano più evidenti, devono essere prima di tutto vissute e sperimentate con gioia ma anche con fatica.

Allo stesso tempo, devono sempre essere annunciate ma con lo stile della carità e cercando di capire le ragioni dell’altro.

La stessa storia degli ultimi 50 anni ci dimostra del resto come affermare i valori quali armi da scagliare sul nemico, oltre che non evangelico, non sia nemmeno tanto efficace.

Ringraziamo quindi tutti i coloro che nella Chiesa, dal Vescovo al prossimo ragazzino che aderirà all’ACR, ci incoraggiano ad andare avanti.

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