In presenza oppure on line… comunque in gruppo!

Questo tempo di pandemia mette alla prova i nostri gruppi e sempre più abbiamo bisogno di ridefinirci, dando anima, vita e speranza ad una situazione difficile e di cui facciamo fatica ad intravvedere la fine. Desideriamo ogni giorno sempre di più ridirci le ragioni profonde della scelta del gruppo come esperienza vitale che può dare sostanza alla nostra vita associativa. Se non ci si ritrova, se non ci si incontra volto a volto, se non si mantengono vive le relazioni, facendo esperienza di umanità e di fraternità, sperimentando sguardi e punti di vista diversi, condividendo il proprio cammino di fede, sappiamo che il gruppo potrebbe perdere la sua linfa vitale. Questo titolo nasce dalla consapevolezza che non si può fare un cammino da soli e se nella vita cristiana certamente le scelte sono competenza del singolo (ed è la singola persona che decide di entrare in un percorso e di seguire una certa spiritualità), l’espressione della fede cristiana non è un’espressione di singoli, bensì è l’espressione di una comunità, di un gruppo di persone che, pur mantenendo la loro singolarità, vivono ed esprimono insieme la loro fede. Allora che cosa ci perdiamo se non abbiamo il gruppo?

Un primo aspetto della necessità del gruppo è quello degli sguardi diversi che possiamo avere rispetto alla realtà: lo stesso oggetto, lo stesso avvenimento guardato da prospettive diverse viene percepito in modo diverso. È sempre interessante all’interno di un gruppo chiedersi come si è vissuto un particolare accadimento: la prospettiva cambia, anche in relazione all’età, alle esperienze diverse, tanto che la domanda filosofica sottesa è: “ma la realtà esiste? esiste davvero un’oggettività?  La realtà, se esiste, come descriverla interamente?”. Ecco: un primo aspetto che ci perdiamo nel momento in cui agiamo, pensiamo, riflettiamo, preghiamo da soli è esattamente questo, cioè che ci perdiamo punti di vista. 

L’itinerario di AC è un itinerario di formazione per crescere nella fede e nell’impegno ecclesiale. La fede è una relazione con il Signore, quindi in quanto relazione è qualcosa di dinamico, qualcosa che si rinnova. Se proviamo a moltiplicare questo rapporto per il numero di persone che formano il gruppo, scopriamo un cammino di fede che è sì personale, ma che può attingere dagli altri anche sguardi, attenzioni, ricchezze che il singolo magari da solo non scopre. Il Signore ci parla anche attraverso gli altri: vedere i diversi modi in cui Lui ci ama, ci cura, ci sostiene, ci accompagna è davvero qualcosa di sorprendente e noi lo possiamo vedere davvero solo attraverso i gesti che gli altri vivono con il Signore. L’altro aspetto è l’impegno ecclesiale, in cui il gruppo è sostegno necessario e indispensabile per compiere delle scelte, anche molto impegnative, che la singola persona non potrebbe portare avanti da sola. Ci si completa, ci si sorregge, ci si aiuta reciprocamente, a scegliere qual è la strada più interessante e più bella nel momento in cui ci troviamo a vivere, offrendo un’immagine di chiesa armonica, dove le differenze non vengono annullate ma vengono vissute all’interno di un’unità di intenti.

L’esperienza fatta quest’anno con grande fatica non deve farci perdere questo orizzonte, che è l’orizzonte della Chiesa: un’esperienza comunitaria, un’esperienza che si fa con gli altri e la dimensione della vita di gruppo (in presenza oppure online) è insostituibile nel nostro percorso di fede.

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