Messaggio dell’AC alla Chiesa e al Paese

XVII Assemblea nazionale di Ac – Comunicato stampa n.5

L’Azione cattolica italiana, a conclusione della sua XVII Assemblea nazionale, invia un Messaggio alla Chiesa e al Paese. Parole come solidarietà, fraternità, desiderio di bene, verità di giustizia, sono le parole del lessico dell’Ac. Sui passi del magistero di papa Francesco. «Il primo pensiero che come Assemblea desideriamo rivolgere all’Italia tutta, e alla Chiesa che è nel nostro Paese, riguarda proprio il tempo che stiamo vivendo. Speriamo che a breve la fase più critica dell’emergenza sanitaria sarà superata e ci auguriamo di poter vivere una stagione di nuova primavera. Sappiamo però che la pandemia non potrà essere archiviata come una parentesi della storia. Piuttosto, ne rappresenta una cesura: un momento di svolta che accelera ulteriormente quel “cambiamento d’epoca” di cui Papa Francesco aveva parlato già nel 2015 al Convegno ecclesiale di Firenze».

Un tempo difficile, imprevisto e inedito. Un tempo di paure e sofferenza, che nasconde però anche segni di fiducia, motivi di gratitudine e nuovi sentieri di speranza. La XVII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana si è svolta in questo tempo di pandemia. Abbiamo dovuto rinunciare a incontrarci in presenza a Roma, e gli oltre settecento delegati si sono collegati dalle proprie case. Abbiamo vissuto un senso di partecipazione diverso dal solito, ma non meno forte: una “connessione” digitale che è diventata comunione delle menti e dei cuori. Il primo pensiero che come Assemblea desideriamo rivolgere all’Italia tutta, e alla Chiesa che è nel nostro Paese, riguarda proprio il tempo che stiamo vivendo. Speriamo che a breve la fase più critica dell’emergenza sanitaria sarà superata e ci auguriamo di poter vivere una stagione di nuova primavera. Sappiamo però che la pandemia non potrà essere archiviata come una parentesi della storia. Piuttosto, ne rappresenta una cesura: un momento di svolta che accelera ulteriormente quel «cambiamento d’epoca» di cui Papa Francesco aveva parlato già nel 2015 al Convegno ecclesiale di Firenze. Negli ultimi mesi abbiamo imparato ad accompagnarci con empatia e discrezione, a incoraggiarci con le parole e l’ascolto reciproco, a custodirci nella preghiera e nella condivisione. Siamo stati segnati da tante ferite ma abbiamo anche riscoperto le dimensioni della cura, della resilienza, della creatività. Ci ritroviamo con meno certezze e con tante domande sulle quali, insieme, vogliamo continuare a sostare. 

L’incertezza dell’ultimo anno ha forse suscitato anche una ricerca di senso più acuta e urgente. Una sete di quel Dio che, ci ricorda Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, è sempre presente in ogni nostra città: «Abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze, vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia». Per questo la presenza del Signore «non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata». In questo senso abbiamo riflettuto nell’Assemblea sulle parole che San Paolo ascolta a Corinto: «Ho un popolo numeroso in questa città», dice Dio all’apostolo, perché in ogni donna e in ogni uomo è presente l’impronta di amore infinito del Padre creatore. A questo popolo desideriamo testimoniare il messaggio «rivoluzionario» del Vangelo, che illumina la vita di ogni credente in modo unico e originale, sempre sorprendente come ci ha ricordato Papa Francesco: «Lo Spirito, quando arriva, fa chiasso». Proprio a Papa Francesco siamo profondamente grati, per averci rivolto un discorso paterno e affettuoso, indicando la strada per il percorso dell’associazione nei prossimi anni. Il suo magistero ci ha guidato nel quadriennio appena concluso, e ci spinge a camminare con decisione verso la nuova frontiera di una fraternità universale. Davanti a tanti attacchi scomposti e strumentali, ribadiamo con forza: l’Ac sta con Papa Francesco! Insieme al Pontefice osiamo sognare un mondo diverso, una società più umana, una Chiesa più fraterna: è questa la nostra promessa d’impegno per i prossimi anni. Lo faremo con lo stile sinodale che caratterizza la nostra associazione: e con questo spirito desideriamo partecipare, da protagonisti, proprio al cammino sinodale che la Chiesa italiana si avvia a intraprendere, coinvolgendo l’intero Paese «dal basso verso l’alto, e dall’alto verso il basso», «comunità per comunità, diocesi per diocesi». 

Nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria, ci siamo appoggiati ai valori più semplici e profondi della nostra umanità: l’attenzione agli altri, la solidarietà reciproca, la generosità gratuita. Da questi stessi valori dovremo ripartire per far fronte alle varie sfide che attendono l’Italia nel futuro prossimo. Con la pandemia sono aumentati i nuovi poveri (+12,7%, secondo il Rapporto Caritas dell’ottobre 2020), in conseguenza della crisi economica che ha inevitabilmente colpito molte attività. I ragazzi e gli adolescenti hanno sofferto per la chiusura delle scuole, tanti giovani hanno perso il lavoro o temono di non riuscire a trovarlo. Le famiglie hanno dovuto fare grandi sforzi per sostenere i propri membri più fragili, tra cui gli anziani soli o malati, e le persone disabili. L’AC chiede alla politica e alle istituzioni di rispondere al grido silenzioso dei tanti fragili del Paese dando prova di unità e di fattiva operosità. L’associazione farà la propria parte senza riserve. Questo è il tempo di pensare il futuro dell’Italia con uno sguardo inclusivo e con una visione di lungo periodo. Sarà importante mettere al centro l’impegno per l’educazione delle giovani generazioni. Bisognerà investire per creare occasioni di sviluppo e lavoro, e riflettere su come promuovere un’economia che non crei dinamiche di scarto e di esclusione. Occorrerà prendere sul serio la sfida della cura del creato nella logica dell’ecologia integrale. Non potrà esserci futuro senza la pace: per costruirla occorre un grande lavoro educativo, a tutti i livelli, oltre a scelte concrete come la riduzione delle spese nella fabbricazione di armi. Vogliamo continuare a rivolgere il nostro sguardo al Mediterraneo, dove ancora negli ultimi giorni sono avvenute tragedie imperdonabili: tutto ciò che è umano ci riguarda e ci impegniamo a non ignorare mai le sofferenze di ogni nostro fratello e di ogni nostra sorella. 

Al termine della XVII Assemblea nazionale, come Azione Cattolica vogliamo continuare a camminare con rinnovato coraggio nelle nostre comunità locali insieme ai pastori, ai presbiteri, ai credenti e a tutto il popolo amato dal Signore. Desideriamo aiutare la Chiesa italiana a spingersi lungo le vie della conversione missionaria: proveremo a dare il nostro contributo con la disponibilità al dialogo e all’incontro con tutti e per tutti. La cura di ciò che ci accomuna, del Bene di noi tutti, ci incoraggia a guardare con fiducia e Speranza a questa fase di ricostruzione intrapresa dal Paese. “Siamo giardinieri, non padroni di un popolo numeroso” (Mons. Gualtiero Sigismondi).  Da “giardinieri”, ci impegniamo ad offrire il nostro contributo custodendo con mitezza i “semi” che, in profondità, trasformano la nostra storia.

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