Germogli di una Chiesa che ascolta…

È iniziato, per la Chiesa, il cammino sinodale, che dovrebbe farci mettere in ascolto ed abituarci a “camminare insieme”.

Sembra semplice: perché non dovremmo camminare insieme nella Chiesa con gli occhi fissi su Gesù e animati dallo stesso Spirito? Perché Papa Francesco ha sentito il bisogno di convocare un Sinodo soltanto per chiederci di fare qualcosa che dovrebbe essere naturale per la Chiesa?

Certamente perché è giusto verificare quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo: ogni cristiano ci sta a cuore e la nostra Chiesa ci sta a cuore; e poi perché sappiamo di essere un “piccolo resto”, ma non possiamo rinunciare a nessuna possibilità e opportunità di poter annunciare la gioia del Signore Risorto. 

Credo però che, ancora una volta, la capacità di profezia di Papa Francesco abbia toccato un nervo scoperto della nostra Chiesa già evidenziato nella Evangelii Gaudium: la fatica dei cattolici di impegnarsi ad avviare processi, senza la preoccupazione di occupare spazi, e di capire che i processi si avviano più facilmente insieme, ascoltandosi e dialogando.

“Camminare insieme” non significa decidere cosa fare ed invitare altri a partecipare, ma vuol dire prendersi il tempo di ascoltarsi e decidere insieme in che direzione andare; vuol dire avere lo sguardo ampio e attento di chi vuole conoscere davvero le realtà che possono condividere il nostro cammino, di chi si interessa del territorio in cui vive e delle necessità delle persone; vuol dire, a volte, rinunciare a coltivare un piccolo e limitato orticello per un progetto più ampio e condiviso.

Si legge nel Documento preparatorio del Sinodo che, camminando insieme, la Chiesa potrà capire “quali processi possono aiutarla a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione” (DP 1) e che lo scopo del Sinodo non è produrre documenti o sintesi ma “far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani” (DP 32).

E’ il ritratto di un Chiesa bella, che a volte fatichiamo ad immaginare. L’AC crede fermamente a questo “sogno” di Papa Francesco e si sforza continuamente di essere “palestra di sinodalità”: per questo motivo vuole partecipare attivamente alla prima fase del Sinodo proposta dalla Commissione sinodale diocesana. 

Invitiamo i Soci e gli Amici che vogliono condividere con noi questa fase di ascolto al Consiglio Diocesano pubblico che si terrà lunedì 11 aprile alle ore 21 nella nostra Sede di Via Menocchio, 43 a Pavia.

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