Ecco faccio una cosa nuova

Ecco faccio una cosa nuova, non ve ne accorgete?

In effetti facciamo molta fatica a cogliere semi di bene nell’oggi; siamo quasi usciti dalla pandemia e ci siamo trovati di fronte alla guerra mondiale a pezzi che il Papa già dall’inizio del suo pontificato ci indicava.

In questo contesto, che dovrebbe spronarci all’unità, spiace sentire voci ecclesiali, per fortuna più su internet che nella Chiesa reale, dedicarsi a esaltare le divisioni, arrivando a strumentalizzare anche le parole del nostro Vescovo. 

La pandemia ha certamente lasciato strascichi pesanti, in particolare sui giovani, e certamente errori sono stati fatti; tuttavia dobbiamo essere lieti di come anche la nostra Chiesa ha saputo condividere le due miglia di strada raccomandate nel Vangelo anche nel tempo in cui tutti erano costretti a chiudersi in casa. 

Dobbiamo però ricordare che è grazie a questi sacrifici condivisi che, di fatto, le chiese sono rimaste chiuse solo per la Quaresima e la Pasqua del 2020 mentre altri paesi europei hanno avuto chiusure ripetute nelle diverse ondate. 

D’altra parte, se è grazie ai vaccini che siamo arrivati all’attuale convivenza con il virus, le chiese seguono tuttora (per esempio per il segno della Pace) norme più prudenti, ma sono state l’unico spazio pubblico aperto anche ai non vaccinati. 

Le autorità scientifiche fanno il loro lavoro indicando le norme di prudenza e spetta poi alla politica prendere le decisioni contemperando le esigenze: per questo esistono i comitati scientifici che sono fatti di persone, come lo sono i politici. In entrambi i casi servono il Bene Comune e meritano il nostro rispetto oltre che il nostro giudizio quando appropriato. 

Andare avanti significa quindi non soffermarsi sulle polemiche pro o contro i vaccini, ma capire come promuovere davvero l’ecologia integrale che comprende la difesa della Vita, la ricerca della Pace e la cura del Creato in un unico disegno. 

Evidentemente non tutti quelli che reclamavano l’apertura delle chiese nel 2020 poi ci sono andati davvero e abbiamo scoperto che alcune modalità, incontri e commissioni che ci sembravano imprescindibili non erano così essenziali.

Il Vescovo Corrado e i nostri sacerdoti ci davano la Comunione sulla mano anche prima della pandemia, e in questo consegnarsi del Signore a noi dobbiamo vedere un forte appello a consegnarci a Lui, qualunque sia la prova che ci attende. 

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