Un ultimo abbraccio a Francesco

Alcuni gesti superano il tempo e per tradizione si ripetono e si tramandano. Dal 1878, alla fine del pontificato di Pio IX, i giovani di Azione Cattolica vegliano la salma del Papa con un picchetto d’onore. Anche stavolta giovani da tutta Italia sono accorsi a Roma e ho avuto la grazia di partecipare a questo ultimo abbraccio verso un Papa che ci ha amato fino alla fine.

Essere lì in quei giorni, nel centro del mondo cristiano e non, mi ha restituito ancora una volta la grandezza della figura di Francesco, un Papa che è stato pastore ancor prima che pontefice. Nei tre giorni di esposizione si sono avvicinati  migliaia di fedeli, cardinali, vescovi, figure istituzionali e potenti della Terra, per rendere omaggio con trasporto e commozione a Francesco.

Nelle ore di veglia ho avuto modo di osservare, riflettere e pregare. Tante volte ho assistito a discorsi di Papa Francesco in diverse occasioni, dalla GMG di Lisbona agli incontri in piazza San Pietro con l’Azione Cattolica, ma mai mi era parso più grande che in quei giorni. Vedere ai piedi le scarpe consumate dal cammino mi ha dato prova che è stato rivoluzionario nel suo ruolo di guida a capo della Chiesa. In questo senso, ha saputo richiamare noi giovani tante volte esortandoci ad essere protagonisti della Chiesa e del mondo, ha guardato in avanti avviando processi importanti sulla sostenibilità ambientale e sull’intelligenza artificiale, ha ricordato che nella Chiesa c’è spazio per tutti, tutti, tutti. Ha intercettato la mia generazione condividendo molte nostre battaglie e, in particolare, ha lasciato all’Azione Cattolica il mandato dell’abbraccio che salva e che cambia la vita come postura con cui mettersi in contatto con l’Altro.

E c’è stata la sensazione, da parte di tutti noi, di aver perso una figura cara, familiare, come un nonno. Francesco, proprio come un nonno, pregava per noi e ci ha accompagnato negli anni, incarnando l’amore di Dio verso tutte e tutti. Francesco si è finalmente incontrato col Signore e non mancherà di custodire i suoi giovani.

Ciò che soprattutto porto nel cuore è la Speranza: il Papa ha desiderato un Giubileo della Speranza quest’anno e così ho provato a vivere anche questi giorni così emotivamente carichi. San Paolo scrive: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,1-2.5). Francesco in questo è stato strumento instancabile dello Spirito e anche adesso, nell’attesa del nuovo Papa, rimaniamo saldi nella Speranza perchè ravvivi il nostro cuore e ci guidi costantemente nel nostro avvenire.

Allora ancora un grande e commosso grazie a Francesco, Papa, pastore, Uomo e umile messaggero di Speranza.

 

Giovanni Boriotti – Consigliere nazionale Settore Giovani AC

 

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