Non è solo tragica fatalità

Frane, crolli, ponti che precipitano per la furia delle acque, straripamenti e allagamenti di città e campi, la conta dei morti e degli sfollati, non sono la conseguenza di una tragica fatalità ma di un’Italia che troppo spesso mette da parte il rispetto per la natura e di conseguenza la vita delle persone e delle comunità. Perché aver cura del letto di un fiume piuttosto che degli effetti delle maree che cosa è se non rispetto della natura e delle persone. Si preferisce ignorare invece che amministrare e investire in manutenzione e opere di salvaguardia dell’immenso quanto fragile patrimonio naturale e culturale che abbiamo la fortuna di avere a disposizione. 

Dopo le risposte all’emergenza di queste ore, che ha colpito così duramente l’Emilia Romagna in particolare, è tempo che le istituzioni si attivino con determinazione perché si ponga la questione idrogeologica, che è anche urbanistica, sismica ed erosiva come urgenza nazionale. 

È tempo di fare prevenzione e di fare vera manutenzione o, se serve, ricostruzione, riformulazione delle strutture non più adeguate alle esigenze del Paese e dei territori.
E’ tempo di fermare la speculazione, che spesso ha accompagnato le opere pubbliche del bel Paese, agevolata da una burocrazia a volte inutile e corrotta, ma senza fermare i cantieri ad ogni stormir di fronde. 

E’ tempo di severità e onestà e celerità nell’azione nell’amministrare la cosa pubblica.

Davanti al dissesto geologico in cui versano molte aree del nostro Paese, viene da chiedersi se non sia il caso di rimodulare l’uso delle risorse in mano allo Stato non per costruire cattedrali nel deserto, ma per dare vita in maniera stabile e non emergenziale ad una politica di risanamento del territorio, metterlo in sicurezza e dove è necessario restituirlo alla sua vocazione naturale. Le piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano danni ma non così gravi, tanto meno provocano vittime innocenti. Non possiamo continuare ad affidarci alla fortuna e alla speranza che non accada il peggio. Ogni anno speriamo che quello precedente abbia insegnato qualcosa, e non è così. La cronaca di questi giorni ci dice che non è così.

L’Ac esprime cordoglio per le vittime e vicinanza alle persone e alle comunità che in queste ore stanno patendo le conseguenze delle intemperie naturali e dell’incuria umana. Ringrazia quanti continuano a mobilitarsi per alleviare le sofferenze delle popolazioni coinvolte. Nella speranza che le istituzioni politiche tutte e le amministrazioni territoriali sappiano in futuro agire con maggiore lungimiranza e determinazione per la salvaguardia della casa comune, invita tutti a sostenere le azioni delle Caritas diocesane. 

(liberamente tratto dal sito nazionale AC)

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